Esecuzione: Eugenio Finardi, 1975.
Anna ha dicciott'anni e si sente tanto sola
ha la faccia triste e non dice una parola
tanto č sicura che nessuno capirebbe
e anche se capisse di certo la tradirebbe
E la sera in camera, prima di dormire,
legge di amori e di tutte le avventure
dentro nei libri che qualcun altro scrive
che sogna la notte, ma che di giorno poi non vive
E ascolta la sua cara radio per sentire
un po' di buon senso da voci piene di calore
e le strofe languide di tutti quei cantanti
con le facce da bambini e con i loro cuori infranti
Ma da qualche tempo č difficile scappare:
c'č qualcosa nell'aria che non si puň ignorare
č dolce, ma forte, e non ti molla mai
č un'onda che cresce e ti segue ovunque vai
Č la musica, la musica ribelle
che ti vibra nelle ossa
che ti entra nella pelle
che ti dice di uscire
che ti urla di cambiare
di mollare le menate
e di metterti a lottare
Marco, di dischi, lui fa la collezione
e conosce a memoria ogni nuova formazione
e intanto sogna di andare in California
o alle porte del
cosmo, che stanno su in Germania
E dice: «Qua da noi, in fondo, la musica non č male;
quello che non reggo sono solo le parole.»
Ma poi le ritrova ogni volta che va fuori
dentro ai manifesti o scritte sopra i muri
Ed č la musica, la musica ribelle
che ti vibra nelle ossa
che ti entra nella pelle
che ti dice di uscire
che ti urla di cambiare
di mollare le menate
e di metterti a lottare
Com'č Anna?
Com'č Marco?
Qual č il messaggio della canzone?
Qual č il ruolo dei musicisti, secondo Finardi?
Sostituisci le parole evidenziate con degli equivalenti.