Slezská univerzita v Opavě

Dino Compagni

Cronica delle cose occorrenti
ne' tempi suoi, I 1–2

(inizio del XIV secolo)

Trascrizione didattica
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Note

1 proposto.

2 mi proposi.

3 udii.

4 ricca e spaziosa a causa di un fiume maestoso.

5 prodi.

6 temuta.

7 Figline Valdarno.

8 Poggibonsi.

9 da.

10 svenduti.

11 da potere essere.

12 si appellarono.

13 con.

14 prendere per moglie.

15 quella che.

16 fargli.

17 il dì in cui si sarebbe sposato.

18 fecero.

19 a causa di quella morte i cittadini si divisero.

20 ritrova.

21 alle cose che.

Testo originale. Vai alla trascrizione moderna
COMINCIA IL PRIMO LIBRO

1

Metodo propostosi 1 dall'Autore. Descrizione di Firenze.

Quando io incominciai propuosi 2 di scrivere il vero delle cose certe che io vidi e udi',3 però che furon cose notevoli le quali ne' loro principi nullo le vide certamente come io: e quelle che chiaramente non vidi, proposi di scrivere secondo udienza; e perché molti secondo le loro volontà corrotte trascorrono nel dire, e corrompono il vero, proposi di scrivere secondo la maggior fama. E acciò che gli strani possano meglio intendere le cose advenute, dirò la forma della nobile città, la quale è nella provincia di Toscana, edificata sotto il segno di Marte, ricca e larga d'imperiale fiume 4 d'acqua dolce il quale divide la città quasi per mezo, con temperata aria, guardata da nocivi venti, povera di terreno, abondante di buoni frutti, con cittadini pro' 5 d'armi superbi e discordevoli, e ricca di proibiti guadagni, dottata 6 e temuta, per sua grandeza, dalle terre vicine, più che amata.

Pisa è vicina a Firenze a miglia XL, Lucca a miglia XL, Pistoia a miglia XX, Bologna a miglia LVIII, Arezo a miglia XL, Siena a miglia XXX, San Miniato in verso Pisa a miglia XX, Prato verso Pistoia a miglia X, Monte Accienico verso Bologna a miglia XXII, Fighine 7 verso Arezo a miglia XVI, Poggi Bonizi 8 verso Siena a miglia XVI; tutte le predette terre con molte altre castella e ville; e da tutte le predette parti, sono molti nobili uomini conti e cattani, i quali l'amano più in discordia che in pace, e ubidisconla più per paura che per amore. La detta città di Firenze è molto bene popolata, e generativa per la buona aria; i cittadini bene costumati, e le donne molto belle e adorne; i casamenti bellissimi, pieni di molte bisognevoli arti, oltre all'altre città d'Italia. Per la quale cosa molti di 9 lontani paesi la vengono a vedere, non per necessità, ma per bontà de' mestieri e arti, e per belleza e ornamento della città.

2

Danni e antica origine delle discordie civili in Firenze tra Guelfi e Ghibellini (1215).

Piangano adunque i suoi cittadini sopra loro e sopra i loro figliuoli; i quali, per loro superbia e per loro malizia e per gara d'ufici, ànno così nobile città disfatta, e vituperate le leggi, e barattati 10 gli onori in picciol tempo, i quali i loro antichi con molta fatica e con lunghissimo tempo ànno acquistato; e aspettino la giustizia di Dio, la quale per molti segni promette loro male siccome a colpevoli, i quali erano liberi da non potere 11 esser soggiogati.

Dopo molti antichi mali per le discordie de' suoi cittadini ricevuti, una ne fu generata nella detta città, la quale divise tutti i suoi cittadini in tal modo, che le due parti s'appellorono 12 nimiche per 13 due nuovi nomi, ciò è Guelfi e Ghibellini. E di ciò fu cagione, in Firenze, che uno nobile giovane cittadino, chiamato Buondalmonte de' Buondalmonti, avea promesso torre per sua donna 14 una figliuola di messer Oderigo Giantruffetti. Passando dipoi un giorno da casa i Donati, una gentile donna chiamata madonna Aldruda, donna di messer Forteguerra Donati, che avea due figliuole molto belle, stando a' balconi del suo palagio, lo vide passare, e chiamollo, e mostrògli una delle dette figliuole, e disseli: "Chi ài tu tolta per moglie? io ti serbavo questa". La quale guardando molto li piacque, e rispose: "Non posso altro oramai". A cui madonna Aldruda disse: "Sì, puoi, ché la pena pagherò io per te". A cui Bondalmonte rispose: "E io la voglio". E tolsela per moglie, lasciando quella 15 avea tolta e giurata. Onde messer Oderigo, dolendosene co' parenti e amici suoi, diliberarono di vendicarsi, e di batterlo e farli 16 vergogna. Il che sentendo gli Uberti, nobilissima famiglia e potenti, e suoi parenti, dissono voleano fusse morto: ché così fia grande l'odio della morte come delle ferite; cosa fatta capo à. E ordinorono ucciderlo il dì menasse la donna; 17 e così feciono. 18 Onde di tal morte i cittadini se ne divisono, 19 e trassersi insieme i parentadi e l'amistà d'amendue le parti, per modo che la detta divisione mai non finì; onde nacquero molti scandoli e omicidi e battaglie cittadinesche. Ma perché non è mia intenzione scrivere le cose antiche, perché alcuna volta il vero non si ritruova, 20 lascerò stare; ma ho fatto questo principio per aprire la via a intendere, donde procedette in Firenze le maladette parti de' Guelfi e Ghibellini: e ritorneremo alle cose 21 furono ne' nostri tempi.


Tratto da: Compagni, Dino (1996). Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi [online]. WWW [cit. 20.11.2012] (RTF ZIP):
<http://www.liberliber.it/mediateca/libri/c/compagni/
cronica_delle_cose_occorrenti_ne_tempi_suoi/rtf/cronic_r.zip>.

Edizione di riferimento: Compagni, Dino. Cronica. Introduzione e note di Gino Luzzatto. Torino, 1968.

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Sitodi Giorgio Cadorini --- Slezská univerzita v Opavě