Slezská univerzita v Opavě

Lorenzo de' Medici

Canzona di Bacco

Trascrizione didattica

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Quanto è bella giovinezza
che si fugge in continuazione:
chi vuole essere lieto, sia,
di domani non c'è certezza.

Questo è Bacco e Arianna,
belli, e l'un dell'altro ardenti:
perché il tempo fugge e inganna,
sempre insieme stanno contenti.
Queste ninfe e altre genti
sono allegre in continuazione.
Chi vuole essere lieto, sia,
di domani non c'è certezza.

Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
hanno loro posto cento agguati;
ora da Bacco riscaldati,
ballano, saltano in continuazione.
Chi vuole essere lieto, sia,
di domani non c'è certezza.

Queste ninfe anche hanno caro
da loro essere ingannate:
non possono fare a Amore riparo,
se non genti rozze e ingrate;
ora insieme mescolate
suonano, cantano in continuazione.
Chi vuole essere lieto, sia,
di domani non c'è certezza.

Questa soma, che viene dietro
sopra l'asino, è Sileno:
così vecchio è ebbro e lieto,
già di carne e di anni pieno;
se non può stare ritto, almeno
ride e gode in continuazione.
Chi vuole esser lieto, sia,
di domani non c'è certezza.

Mida viene dietro a costoro:
ciò che tocca, oro diventa.
E che giova avere tesoro,
se altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete in continuazione?
Chi vuole essere lieto, sia,
di domani non c'è certezza.

Ciascuno apra bene gli orecchi,
di domani nessuno si pasca;
oggi siano, giovani e vecchi,
lieto ognuno, femmine e maschi.
Ogni tristo pensiero caschi:
facciamo festa in continuazione.
Chi vuole essere lieto, sia,
di domani non c'è certezza.

Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascuno suoni, balli e canti,
arda di dolcezza il cuore,
non fatica, non dolore!
Ciò che ha da essere, occorre che sia.
Chi vuole essere lieto, sia,
di domani non c'è certezza.

Testo originale
Vai alla trascrizione moderna

Quant'è bella giovinezza
che si fugge tuttavia:
chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'è certezza.

Quest'è Bacco e Arianna,
belli, e l'un dell'altro ardenti:
perché 'l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe e altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'è certezza.

Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati,
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'è certezza.

Queste ninfe anche hanno caro
da lor essere ingannate:
non può fare a Amor riparo,
se non gente rozze e ingrate;
ora insieme mescolate
suonon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'è certezza.

Questa soma, che vien drieto
sopra l'asino, è Sileno:
così vecchio è ebbro e lieto,
già di carne e d'anni pieno;
se non può star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'è certezza.

Mida vien drieto a costoro:
ciò che tocca, oro diventa.
E che giova aver tesoro,
s'altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'è certezza.

Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi sian, giovani e vecchi,
lieto ognun, femmine e maschi.
Ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'è certezza.

Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti,
arda di dolcezza il core,
non fatica, non dolore!
Ciò c'ha a esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'è certezza.


Tratto da: Medici, Lorenzo de': «Canzona di Bacco». In: Idem (1992). Tutte le opere. Roma: Salerno. Internet (26.11.2007). http://www.bibliotecaitaliana.it/xtf/view?docId=bibit001264/bibit001264.xml
A cura di Paolo Orvieto.

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Bibliografia

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