1514, Alberto di Hohenzollern diventa arcivescovo di
Magdeburgo. A
ventitre anni. Altro oro nelle casse del Papa: compra anche il
vescovado di Halbertstadt.
1517, Magonza. Il piú vasto principato ecclesiastico di
Germania attende la nomina di un nuovo vescovo. Se ottiene la nomina,
Alberto mette le mani su un terzo dell'intero territorio tedesco.
Fa la sua offerta: 14000 ducati per l'arcivescovado, piú
10000 per la dispensa papale che gli permetta di tenere tutte le
cariche.
L'affare viene trattato attraverso la banca Fugger di Augusta, che
anticipa la somma. A operazione conclusa Alberto deve ai Fugger 30000
ducati.
Sono i banchieri a indicare le modalità di pagamento.
Alberto deve promuovere nelle sue terre la predicazione delle
indulgenze di Papa Leone X. I fedeli verseranno un contributo per la
costruzione della basilica di San Pietro, in cambio otterranno un
certificato: il Papa li assolve dai peccati.
Solo metà dell'incasso finanzierà i cantieri di
Roma. Alberto userà il resto per pagare i Fugger.
L'incarico è affidato a Johann Tetzel, il piú
esperto predicatore sulla piazza.
Tetzel batte i villaggi per tutta l'estate del '17. Si ferma al confine
con la Turingia, che appartiene a Federico il Savio, duca di Sassonia.
Non può mettervi piede.
Federico riscuote in proprio le indulgenze, attraverso la vendita delle
reliquie. Non tollera concorrenti nei suoi territori. Ma Tetzel
è un figlio di puttana: sa che i sudditi di Federico faranno
volentieri poche miglia oltre frontiera. Un nulla osta per il paradiso
vale il tragitto.
L'andirivieni di anime in cerca di rassicurazione indigna a morte un
giovane frate agostiniano, dottore all'università di
Wittenberg. Non può tollerare l'osceno mercato messo in
piedi da Tetzel, con stemma e bolla papale in bella vista.
31 ottobre 1517, il frate affigge alla porta settentrionale della
chiesa di Wittenberg novantacinque tesi contro il traffico delle
indulgenze, scritte di suo pugno.
Si chiama Martin Lutero. Con quel gesto ha inizio la Riforma.
Un punto d'origine. Memorie che ricompongono i frammenti di un'epoca. La mia. E quella del mio nemico: Q.
Tratto da: Luther Blisset, Q.
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